Divenuta poi signora di Vicenza pose molta cura alla strada che conduce a quella città, e fu a quel tempo che incomincio il sistema di inghiaiare le strade con la ghiaia del Brenta, ed in quel tempo anche comincio a lastricare le vie interne della città e dei sobborghi. Padova lavoro molto anche a scavare canali, e nel 1314 perduta Vicenza, scavo la Brentella da Limena a Brusegana, onde aver l'acqua in città ogni qual volta i vicentini, per cagione di guerra, avessero sviato il Bacchiglione a Longare per privare di acqua Padova. Molti lavori Padova esegui lungo il Brenta, e questi lavori furono cagione di molte guerre con Venezia, poiché i padovani per salvare i loro ricchi terreni dalle frequenti inondazioni, tendevano ad abbreviare il corso del fiume, ed'i veneziani invece volevano allontanarlo dalle lagune, onde non le riempisse con Ie sabbie che deponeva. Non si conoscono i nomi di quei valenti idraulici, che in quei secoli oscuri, con scarse cognizioni matematiche, fecero pei fiumi del nostro territorio, tali operazioni che destano meraviglia anche nei moderni ingegneri. Delle famose arginature dei fiumi fatte dai padovani, ne parla anche Dante, che nel canto XV del suo «Inferno» le paragona a quelle fatte in Fiandra contro il mare, e dice:
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